La Disforia di Genere, precedentemente nota come Disturbo dell’Identità di Genere (DIG), è uno dei pochi argomenti vasti e complessi abbastanza da includere aree della conoscenza apparentemente non correlate tra loro come la psicologia, embriologia e chirurgia.
Considerati portatori di sventure, gli ermafroditi venivano condannati a morte negli Imperi Greco e Romano, così come furono soggetto di incomprensioni e ostilità con l’avvento del Cristianesimo.
Al giorno d’oggi la nostra conoscenza attuale ci permette di definire la disforia di genere e di assegnarle anche una serie di criteri per facilitare la diagnosi. Questa è l’attuale definizione secondo la World Professional Association for Transgender Health Standards of Care, settima edizione:
La sofferenza causata dalla discrepanza tra l’identità di genere di una persona e il suo sesso assegnato alla nascita (e il ruolo del genere associato e/o i caratteri sessuali primari e secondari)
Con l’affiorare e la diffusione di questo concetto e una volta risolte le preoccupazioni etiche grazie alla moderna comprensione delle sue basi psicologiche, la disforia di genere divenne accettata dalla nostra civiltà moderna. Attualmente è un campo aperto della ricerca con nuove tecnologie e alternative chirurgiche emergenti per il trattamento di questi pazienti.
In questa breve guida troverete tutto quello che c’è da sapere sulla disforia di genere, a partire dalla diagnosi, segni e sintomi e procedendo verso la sua gestione così come verso le più comuni preoccupazioni psicologiche e chirurgiche relative al suo trattamento.
Segni e sintomi della disforia di genere
Il primo aspetto fondamentale da chiarire è la differenza che c’è tra disforia di genere e omosessualità. Le linee guida attuali per la diagnosi della disforia di genere non includono tra i criteri diagnostici l’attrazione sessuale verso persone dello stesso sesso, questo perché la disforia di genere è una discrepanza di genere e non implica quindi necessariamente un determinato orientamento sessuale.
La diagnosi di disforia di genere è diversa in base all’età ed è maggiormente conservativa nei bambini. Questi ultimi devono manifestare almeno 6 dei seguenti sintomi e devono sempre presentare il primo della lista.
- Forte desiderio di avere un genere diverso. Un forte desiderio non è un pensiero episodico o ricorrente. È una ferma convinzione e talvolta una pressante insistenza di far realmente parte dell’altro sesso.
- Preferenza ad indossare gli abiti del genere opposto. I ragazzi tendono a vestirsi da ragazze o a simulare il modo in cui si vestono le ragazze. Le ragazze preferiscono vestiti più mascolini. Le ragazze tipicamente mostrano forte resistenza di fronte al suggerimento dei genitori o di altri soggetti sul fatto che dovrebbero essere più femminili.
- Forte preferenza per un genere diverso nei giochi di ruolo. Nuovamente, questo non è qualcosa di occasionale. Nei loro giochi di ruolo, tendono a imitare e scegliere un genere diverso da quello assegnato alla nascita.
- Forte preferenza per giocattoli e giochi tipici del sesso opposto. Sono tipicamente coinvolti in attività e giochi che stereotipicamente appartengono al sesso opposto.
- Forte preferenza per amici e compagni di gioco del genere opposto. Presentano forte inclinazione a condividere il tempo libero e a giocare con il genere opposto.
- Rifiuto dei giocattoli e dei giochi stereotipicamente associati al proprio genere. Non solo preferiscono giochi e giocattoli utilizzati dal sesso opposto, ma presentano anche un forte rifiuto verso le attività, i giocattoli e i giochi utilizzati dai bambini del loro stesso sesso (assegnato alla nascita).
- Repulsione verso i propri organi genitali. Non solo si sentono insoddisfatti, ma presentano repulsione verso la propria anatomia sessuale.
- Forte desiderio per le caratteristiche sessuali del genere in cui si identificano. Vogliono possedere e spesso tentano di imitare le caratteristiche fisiche del sesso opposto.
Nonostante sembrino simili tra loro, i criteri diagnostici per adolescenti e adulti sono diversi, e devono presentare almeno due dei seguenti sintomi:
- Una incongruenza tra il genere in cui di identificano e le proprie caratteristiche sessuali. Non si identificano nel genere assegnato alla nascita.
- Forte desiderio di liberarsi dai propri caratteri sessuali. Vista l’incongruenza degli stessi, vogliono liberarsi dai caratteri sessuali primari e secondari. Gli adolescenti potrebbero voler prevenire lo sviluppo di tali cambiamenti nel proprio corpo.
- Forte desiderio per i caratteri sessuali del genere opposto. Vogliono avere i genitali dell’altro genere e non si tratta di un pensiero episodico o ricorrente, ma di un forte desiderio.
- Forte desiderio di far parte del genere opposto. Non necessariamente correlato all’espressione dei caratteri sessuali, è presente un forte desiderio di appartenere a un altro genere.
- Forte desiderio di essere trattato come un individuo del genere opposto. Non sono soddisfatti col modo in cui altre persone e la società li trattano e provano un forte desiderio di essere trattati come persone del genere opposto.
- Forte convinzione di provare sensazioni e avere reazioni tipiche del genere opposto. Provano emozioni e hanno pensieri stereotipicamente tipici del genere opposto.
Per prevenire una diagnosi avventata, c’è un limite temporale minimo di 6 mesi o più manifestando questi segni e sintomi. Questi sintomi sono associati a stress e sofferenza e sono invalidanti e potrebbero affliggere diverse aree della vita dell’individuo, come la vita scolastica, la vita lavorativa e altre.
La ragione esatta per cui capiti questo non è totalmente conosciuta, ma ci sono varie ipotesi e prove crescenti che indicano la presenza di fondamenta biologiche alla base delle convinzioni e preferenze nella disforia di genere. Quello che sappiamo per certo è che il ruolo dei genitori, traumi e altri motivi psicopatologici sono stati progressivamente scartati e sono adesso considerati dei miti.
Gestione clinica e gestione chirurgica della disforia di genere
La gestione della disforia di genere è spesso complessa, ancor di più quando coinvolge soggetti bambini e adolescenti. Secondo il Royal College of Psychiatrists, questi pazienti dovrebbero seguire un processo a 4 stadi prima di iniziare con gli interventi chirurgici. Un approccio simile è seguito anche negli adulti con rare eccezioni.
- Il primo stadio comprende una esplorazione terapeutica con supporto psicologico e priva di interventi fisici. Nella maggior parte dei casi c’è una spinta a fare un ulteriore passo avanti, specialmente nei pazienti che stanno per sviluppare i caratteri sessuali secondari con la pubertà. Tuttavia, il passaggio al secondo stadio necessita di un esaustivo consenso informato e di una richiesta da parte del paziente e dei suoi genitori (se minore).
- Il secondo stadio comprende un intervento ormonale reversibile col blocco della produzione ipotalamica di ormoni associati alla produzione di estrogeni o testosterone.
- Il terzo stadio normalmente richiede che i pazienti sviluppino cambiamenti puberali affinché possano decidere in maniera appropriata se proseguire con il trattamento ormonale che li porterà a una femminizzazione o mascolinizzazione finché questi cambiamenti sono parzialmente reversibili.
- Il quarto stadio comprende le procedure e interventi chirurgici di cambio di sesso e altri cambiamenti irreversibili.
Durante il trattamento, ci sono varie sfide che i pazienti e i medici devono affrontare. Per esempio, la terapia ormonale nel lungo termine presenta diversi effetti collaterali, come osteoporosi e osteopenia, un maggior rischio cardiovascolare, iperprolattinemia, aumentato rischio di cancro al seno.
Ci sono varie complicazioni chirurgiche da considerare, tra cui necrosi, emorragie, prolasso della neovagina, distacco dei punti, guarigione difficile, infezioni post/peri-operatorie. In pazienti obesi e sovrappeso i lunghi interventi chirurgici presentano maggiori e ulteriori rischi.
Al giorno d’oggi siamo in grado di eseguire interventi di cambio di sesso da uomo a donna e da donna a uomo con risultati soddisfacenti. Dopo gli interventi, questi pazienti necessitano di controlli attenti, non solo per assicurarsi della loro soddisfazione rispetto ai risultati conseguiti, ma anche per monitorare e garantire la loro salute mentale e per prevenire vari disturbi psichiatrici che si presentano in percentuali maggiori in questi individui, come i pensieri e i comportamenti suicidi.
Fonti:
- World Professional Association for Transgender Health (2011) SOC7. Int J Transgenderism 13(4):221
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