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Introduzione alla dismorfofobia
Se fossi un giocatore d’azzardo, scommetterei che la maggior parte di noi abbia provato preoccupazione o abbia qualche fissazione rispetto al proprio aspetto fisico. Alcuni di noi vorrebbero essere qualche centimetro più alti, qualche chilogrammo più magri, con i denti più dritti, e tutto questo è normale. Gli esseri umani sono perfezionisti per natura. Tuttavia, cosa succede quando questa preoccupazione o fissa verso l’aspetto fisico diventa ossessiva? Cosa succede quando un individuo inizia a preoccuparsi rispetto a difetti reali o percepiti per lunghi periodi di tempo?
Col tempo, questa preoccupazione ha il potenziale di trasformarsi in una pericolosa condizione psicologica nota come dismorfofobia o disturbo da dismorfismo corporeo. Quando questo avviene, l’individuo affetto spende le giornate preoccupandosi per il suo aspetto e affrontando l’estrema ansia che questa condizione gli genera. La dismorfofobia è una condizione psicologica debilitante con il potenziale di turbare in maniera significativa la qualità di vita delle persone che ne sono colpite.
Le persone affette da dismorfismo corporeo crescono provando forte ansia e stress. Una preoccupazione irrazionale rispetto al proprio corpo che prima o poi si manifesterà come comportamento distruttivo. Queste inclinazioni hanno un impatto significativo su come queste persone vivono la loro vita quotidiana. La nostra immagine di noi stessi è un fattore intangibile che gioca un ruolo essenziale nel nostro livello generale di benessere. Quindi, quando la nostra immagine di noi risulta distorta, è imperativo prestare massima attenzione.
Cosa è la dismorfofobia o disturbo da dismorfismo corporeo?
La dismorfofobia è caratterizzata dall’estrema ossessione verso il proprio aspetto. Più specificamente, le persone che soffrono di dismorfismo corporeo provano preoccupazione per difetti percepiti che potrebbero non essere visibili a nessun altro. Gli individui con dismorfofobia distorcono la propria autopercezione e riferiscono di possedere orribili caratteristiche fisiche.
I sintomi presentati nei soggetti con dismorfismo seguono un disegno ben preciso.
La maggior parte dei pazienti descriveranno preoccupazione verso il proprio viso. Spesso esprimeranno apprensione verso la propria pelle troppo rugosa o il proprio naso troppo schiacciato o troppo aquilino. Si assilleranno per le loro labbra troppo sottili o troppo piene, e il loro occhi troppo vicini o troppo distanti. Il petto, l’addome, le gambe, i genitali, il sedere e i piedi sono altre regioni del corpo che comunemente generano disagio e preoccupazione. Mentre il fulcro di questo tormento cambierà coerentemente con il genere e l’età degli individui, il tasso di occorrenza invece non cambia. In media, un paziente affetto da dismorfofobia riferirà di sei o sette aree corporee che gli causano disagio.
Le preoccupazioni verso l’aspetto fisico dei pazienti affetti da dismorfismo sono ossessive e differiscono da quelli delle persone sane. Queste preoccupazioni persistono nel tempo e diventeranno sempre più difficili da gestire e controllare al progredire del disturbo. Nella maggioranza dei casi, i pazienti mostreranno scarsa capacità di discernimento e non riusciranno a rendersi conto di avere un aspetto normale.
Di particolare importanza diagnostica è la presenza di comportamenti compulsivi correlati all’osservazione o al nascondere i difetti percepiti. A causa delle sue caratteristiche, la dismorfofobia è stata categorizzata nel DSM-5, il manuale di riferimento per la diagnosi dei disturbi psichiatrici, come un disturbo ossessivo-compulsivo. Questi comportamenti compulsivi includono l’eccessivo tentativo di nascondere o mimetizzare il difetto, il controllarsi allo specchio, l’uso di trucchi e cosmetici, il tormentarsi la pelle in continuazione e la ricerca di rassicurazioni da parte degli altri. Alcuni individui riferiscono di avere la compulsione di doversi controllare allo specchio per ore ogni giorno prima di sentirsi a proprio agio per uscire di casa. Il paragone continuo dei propri difetti percepiti con l’aspetto delle altre persone è un altro aspetto molto comune della dismorfofobia.
Gli individui affetti da dismorfismo corporeo riferiranno spesso di evitare le situazioni sociali in modo che gli altri non si rendano conto dei difetti percepiti. Negli adolescenti questo si riflette in una difficoltà crescente nell’andare a scuola.
Diagnosi della dismorfofobia
Ci sono quattro criteri diagnostici da valutare prima di poter fare una diagnosi di dismorfismo corporeo.
- Primo, l’individuo deve esprimere preoccupazione per difetti percepiti e non immediatamente evidenti agli altri.
- Secondo, l’individuo deve mostrare vari comportamenti col fine di migliorare il suo aspetto o di nascondere i difetti.
- Terzo, un individuo deve esprimere stress e ansia estrema al punto da manifestare sintomi depressivi.
- Quarto e ultimo, si deve stabilire una diagnosi differenziale con disturbi dell’alimentazione. Ciò significa che i sintomi del dismorfismo non possono essere spiegati meglio con una diagnosi di disturbo alimentare.
Epidemiologia
Secondo vari studi sulla popolazione, la frequenza della dismorfofobia si assesta attorno al 2,4%. Tutti gli studi segnalano una prevalenza sostanziale di questo disturbo nella popolazione di sesso femminile. Gli adolescenti tendono a presentare una casistica maggiore rispetto a sottogruppi più anziani. Secondo gli studi pubblicati, l’età di insorgenza della dismorfofobia è intorno ai 16 anni. Tuttavia, la maggior parte delle diagnosi non avviene fino all’età adulta.
Quali sono le cause del disturbo da dismorfismo corporeo
Ad oggi, non si è identificato un fattore singolo come causa della dismorfofobia. Il consenso generale è che si tratti di un disturbo multifattoriale. Il che significa che fattori sociali e biologici hanno un ruolo così come altri fattori di tipo psicologico.
La genetica e la neurofisiologia di un paziente sono verosimilmente tra i responsabili dello sviluppo del dismorfismo corporeo. Uno studio suggerisce che il gene per il GABA, o acido gamma-amminobutirrico, ricopra un ruolo importante in questa patologia, così come lo ricopre in altri disturbi compulsivi. Una disfunzione della serotonina è anche tra le varie possibili cause suggerite come promotrici dello sviluppo del dismorfismo.
Per quel che riguarda i fattori psicologici, si crede che le personalità perfezionistiche abbiano una tendenza maggiore a sviluppare la dismorfofobia. Standard non realistici verso il proprio aspetto fisico in combinazione con forti paure di disapprovazione spesso portano a nevroticismo ed infine a una erronea percezione riguardo il proprio aspetto.
Infine e forse più importante di tutto, la società odierna da valore e si concentra sull’apparenza come caratteristica necessaria per il successo e il bisogno di essere accettati dagli altri spesso mette pressioni immotivate sugli individui.
Trattamento della dismorfofobia
Vista la pluralità di fattori che contribuiscono allo sviluppo del dismorfismo corporeo, i trattamenti consigliati sono generalmente sia di natura psicoterapeutica che psicofarmacologica. Per la nostra esperienza i pazienti rispondono positivamente alla terapia cognitivo comportamentale e agli SSRI (selective serotonine reuptake inhibitors – inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, una classe di psicofarmaci). Il terapista lavorerà per identificare, valutare e modificare le convinzioni errate del paziente che sono causa della dismorfofobia. La gravità dei sintomi determinerà il tasso di successo.
Prospettive per i pazienti
La dismorfofobia è una malattia mentale debilitante con il potenziale di essere invalidante per la qualità di vita dei pazienti che ne soffrono. A causa degli effetti su vasta scala di questo disturbo e a causa del fatto che i pazienti spesso rifiutano di ammettere di aver bisogno di terapia psicologica, il dismorfismo è di difficile trattamento. Tuttavia, col tempo l’angoscia provata dal paziente verso i difetti percepiti può essere dissipata. Una volta fatto questo, i pazienti riferiscono un miglioramento nella loro qualità di vita.
FONTI:
- Schneider, Sophie C., et al. “The classification of body dysmorphic disorder symptoms in male and female adolescents.” Journal of affective disorders 225 (2018): 429-437.
- Hong, K., et al. “Pharmacological Treatment Of Body Dysmorphic Disorder.” Current neuropharmacology (2018).
- Hong, Kevin, Vera Nezgovorova, and Eric Hollander. “New perspectives in the treatment of body dysmorphic disorder.” F1000Research 7 (2018).
- Kuhn, H., et al. “Body dysmorphic disorder in the cosmetic practice.” Giornale italiano di dermatologia e venereologia: organo ufficiale, Societa italiana di dermatologia e sifilografia (2018).
- Bateman, Anthony W., et al. “Body Dysmorphic Disorder: A Survey of Fifty Cases.” Face to Face with Body Dysmorphic Disorder: Psychotherapy and Clinical Insights. Vol. 9. No. 4. Washington, DC: The Guilford Press, 2017. ix-x.
- Hartmann, Andrea S., and Ulrike Buhlmann. “Body Dysmorphic Disorder.” Handbook of DSM-5 Disorders in Children and Adolescents. Springer, Cham, 2017. 233-248.